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mercoledì 1 ottobre 2014

Scrittura creativa #1



Ben ritrovati a tutti, qui parla Sam ~

Oggi non vi presenterò una recensione librosa (buuuuh! Piango tantissimo! ;0;) bensì il primo post relativo alla mia nuova rubrica di scrittura creativa.




Perché?

C’è chi ama avere le mani in pasta, chi ama andare a fare jogging e chi ama dipingere.
Poi ci sono io, che le mani in pasta le metto solo per fare dolci, che sono troppo pigra per andare a correre e che non so fare una riga dritta nemmeno con l’aiuto di un righello (sì, sono un caso perso, lo so. Non ricordatemelo e non ridete, su) quindi…!
Quindi rompo le scatole alla gente con le mie storielle.
Esatto: scrivo, scrivo a tempo perso (non è vero, perché scrivo tutti i giorni) così ho pensato: perché non fare una rubrica di scrittura creativa sul nostro bellissimo blog?
So here I am. ~


Cosa farai qui, Sam?

Poltrirò.
Dormirò.
Vi annoierò.
Mi annoierò.
Canterò a squarciagola le canzoni dei One Direction.
… no, non è vero! Non fuggite! Stavo scherzando! :’)

Semplicemente parlerò di scrittura.
Parlerò della mia passione, però in maniera costruttiva, riportandovi qualche consiglio che ho raccolto in giro. :D

So, enjoy!


† † † † † †


Lesson #1


«Non si scrive perché si vuol dire qualcosa; si scrive perché si ha qualcosa da dire».
―F. S. Fitzgerald


(Sì, quello de Il grande Gatsby. Intanto che voi sfangirlate sulla performance di Di Caprio, io sfangirlo sul romanzo, mh? :D)

Dunque: partiamo dal presupposto che questa citazione sia ciò che meglio riassume il mondo della scrittura.
Tu, persona che legge, hai qualcosa da dire, ma nessuno ti ascolta; ergo prendi carta e penna e scrivi, scrivi fino a che non hai terminato (c’è chi lascia a metà molte cose, quindi non è poi così ovvio iniziare dal principio e proseguire fino alla fine, neh ~) e poi qualcuno legge, presta attenzione e prova qualcosa.
Quel che hai scritto, altro non è che il corpo narrativo, un insieme di parole che danno vita, che raccontano la storia che hai scelto di condividere.
Di fondo ad essa, un tema: amore, odio, felicità, amicizia, sofferenza… i soliti, no? Quelli che tutti conoscono ma che ognuno esprime a modo proprio. Il risultato di questo, perciò, sarà diverso di volta in volta, poiché chi scrive avrà, infatti, il privilegio di scegliere quale aspetto del tema scelto trattare e in che modo.
Se questa persona è un romanziere, poi, ha un compito importante.
Nello sviluppare questi temi all’interno di una storia, egli non deve solamente limitarsi a dire, bensì deve far vedere quel che pensa, quel che cerca di trasmettere al lettore.
Deve, in pratica, suscitare una reazione emotiva.
Quindi, il compito di voi aspiranti scrittori è quello di racchiudere il vero contenuto della storia all’interno di essa, in modo che al lettore rimanga impresso qualcosa.
Dovrete, quindi, coinvolgerlo.
La collaborazione del lettore è indispensabile, ovviamente; egli non è da considerarsi un elemento passivo che chiude il circolo “Mano-Penna-Foglio-Parole-Frasi-Romanzo-Libro”, bensì un elemento attivo che legge perché vuole ricercare, arricchire il proprio bagaglio culturale e acquisire qualcosa in più.
Immaginate di essere ad una partita di tennis: da un lato del campo c’è lo scrittore, dall’altro il lettore. La palla rappresenta le parole che il primo ha impiegato per far sì che un dato concetto rimanga nella mente del secondo, il quale, a sua volta, cerca qualcosa che l’impressioni, che gli resti dentro, insomma.
Per far sì che ciò accada, lo scrittore può scegliere di avvalersi di numerose tecniche letterarie, conosciute col nome di figure retoriche, le quali creano un’immagine che rimanda a qualcos’altro, ad un significato più profondo e nascosto che spetta al lettore scoprire e comprendere, rendendolo proprio.

A questo punto, la domanda che sorge spontanea è: “Come faccio ad attirare il lettore”?
Ebbene: con un incipit.
*Cori di ‘You don’t say?!’*
L’incipit, l’attacco del racconto o della long (storia a più capitoli) che volete raccontare è fondamentale per attirare un lettore.
Deve essere, quindi, accattivante, immediato (ad esempio in medias res, che significa: “a metà delle cose”).
Nel caso di un giallo, ad esempio, la scena iniziale potrebbe essere quella di un omicidio che sta avendo luogo o del ritrovamento di un cadavere.
Si può anche iniziare un azione nel presente e, nella scena successiva, avvalersi di un flashback, un salto indietro nel tempo narrativo per fornire un chiarimento sull’accaduto.
Un’altra scelta “audace” potrebbe essere iniziare lo scritto con un pronome, poiché lascia in sospeso la comprensione del discorso nella sua interezza, portando il lettore a prestare più attenzione a ciò che sta leggendo e spingendolo a dare nuovi significati a ciò che gli si presenta davanti, durante la lettura.

Fino a qui ci siamo, sì?
Spero di essermi spiegata!

Ed ora, un paio di consigli su come superare il blocco dello scrittore, la paura del foglio bianco, ossia: come fare quando c’è l’idea, ma manca la parola? Come rompere il ghiaccio?

Vi propongo due metodi abbastanza semplici, alla portata di tutti, che possono essere testati senza sforzo.

Primo trucco: la grammatica

NON FUGGITE.
NON CI PROVATE NEMMENO. VI VEDO E VI GIUDICO.(?)
No, non è vero, non vi giudico, ma voi non spaventatevi. :’)
Semplicemente si tratta di giocare con essa, scombinare l’ordine di una frase (PUR MANTENENDOLA DI SENSO COMPIUTO, badate bene) per rendere l’attacco più accattivante sia per chi legge e, soprattutto, per chi scrive.
Se disposte abilmente, allora sono in grado di scatenare la vostra vena creativa. ~
Non sempre otterrete risultati da capolavori d’arte letteraria, ma almeno sarete riusciti a vincere la timidezza iniziale dovuta alla pagina bianca.

Secondo trucco: la parola d’avvio

TAN-TAN-TAAAAAAAN.
Cos’è ‘sto brutto mostro?
Ah, niente in tutto: la prima parola del vostro scritto.
Il consiglio che vi si dà è di iniziare con un vocabolo che non abbia niente a che fare con l’idea che volete esprimere; semplicemente, piazzate la parola iniziale e poi costruite da lì, l’intera narrazione, sviscerando eventuali legami che essa potrebbe avere con la vostra idea.
Questo perché?
Semplice: la mente cerca legami tra le cose, cercando di dar loro un senso e un ordine logico che abbia a che fare con l’idea che ci si prefissa, quindi sarà più portata alla ricerca idea-primo vocabolo, piuttosto che concentrata fino allo sfinimento su di un incipit che si rifiuta di scriversi u.ù

Dunque.
Quel che ho esposto fino ad ora, si potrebbe riassumere in quattro punti chiave (*Cori di: “Potevi dirlo prima!”* e invece no, perché a me me piase divertirmi così u.u non odiatemi~):

1.      Ponetevi un obiettivo → Questo significa, banalmente, trovare un tema di cui parlare e fare una specie di scaletta approssimativa che racchiude i punti salienti da toccare durante una narrazione;

2.      Siate creativi con la grammatica (possibilmente senza storpiarla, grazie) e continuate con una frase di aggancio → Una volta scelto il tema, si passa all’incipit che, non dimenticatelo mai, deve essere in grado di catturare il lettore, quindi deve imporsi prepotentemente, farsi notare. Una volta dato il via, le frasi successive devono incidere ancora di più, in modo che chi legge rimanga colpito e non abbandoni lo scritto all’istante.
In questo aiuta molto la destrezza con cui si maneggia la grammatica ma, ancora di più, la conoscenza di un vasto vocabolario (si può rimediare col dizionario dei sinonimi e dei contrari, comunque, che male non fa).
Lo stile, poi, deve essere in linea e rispecchiare il contenuto; se parlate della vita di una giovane ragazza, sicuramente non parlerete di lei utilizzando gli stessi metodi che usereste per parlare di un cane o di un fantasma, no?

3.      Scegliete le parole in base al suono Il suono della parola, oltre a fornire una lettura più scorrevole, spesso rimanda anche a significati e caratteristiche dei protagonisti di cui scrivete, poiché è un elemento molto evocativo, decisamente incisivo.
Il suono può essere molto utile, perciò non sottovalutatelo mai e spendete del tempo nella scelta delle parole giuste.

4.      Stimolate l’interesse per i personaggiBisogna dar loro spessore, senza allontanarli troppo dalla realtà, rendendoli comunque verosimili (il che significa evitare Mary Sue e Gary Stu) in modo che il lettore riesca ad immedesimarsi in essi.
Questo permette anche a chi legge di insinuarsi nell’intimità dei personaggi, nelle loro emozioni, nei loro pensieri e vivere sulla propria pelle le loro avventure. Lo incuriosiscono, lo fanno dubitare, lo animano assieme a sé stessi, facendo sì che egli si ritrovi coinvolto nella storia del protagonista di cui sta leggendo.

† † † † † †

Ebbene, eccoci giunti al riassunto vero e proprio di questo post eterno :’)
Spero non vi siate annoiati e che di tutta la mia pappardella vi sia rimasto ciò che segue:


  • Chi scrive deve anche saper “mostrare” il contenuto della propria storia in modo indiretto e non limitarsi a “dire”, ad esporlo come se il lettore fosse un elemento passivo;

  • Bisogna riuscire a coinvolgere il lettore suscitando in esso una reazione emotiva

  • Bisogna saper leggere i segreti di un corpo narrativo, per poter scrivere, in modo da estrapolare determinati elementi e farli propri (mi vien da pensare all’uso delle virgolette e della punteggiatura);

  • Bisogna sfruttare la flessibilità della grammatica e della sintassi, ricorrendo anche all’uso di figure retoriche, anche senza improvvisarsi Dante Alighieri
  • Bisogna interessare il lettore attraverso l’incipit, coinvolgendolo e stimolandolo attraverso, ad esempio, un attacco in medias res, nel bel mezzo dell’azione o con una preposizione che dia ritmo alla frase o, al contrario, con un pronome che fornisca alla stessa un ché di ambiguo, trasportandola su diversi livelli di lettura;

  • Bisogna superare il blocco dello scrittore e la paura del foglio bianco, magari sfruttando uno dei due trucchi riportati sopra.



Benee… siamo giunti alla fine. Alleluia!


Questo post potrebbe benissimo considerarsi un’introduzione generale; tra un paio di settimane (perché questa sarà la frequenza di aggiornamento di questa rubrica, alternata con quella librosa) partiremo con la trama e i suoi elementi. ~




Che ne pensate?
È stato interessante?
Pareri e domande?


A presto! ♫

»Sam

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