Buon giovedì e ben ritrovati a questo nostro primo appuntamento di «giudicare dalla copertina».
Prima di passare alla nostra copertina #1 - è meglio scrivere due parole su cosa tratterà questa (forseprobabilmente) stramba rubrica.
Beh, il titolo dice tutto, no? Mi occuperò di giudicare le copertine (e, anche se in minor parte, l'impaginazione e altri lati grafici) dei libri (perlopiù letti e nella mia libreria), perché io sono una di quelle lettrici che quando trova un libro che le piace, la prima cosa che va a vedere è la copertina. In libreria, allo stesso modo, mi avvicino soltanto ai libri con un aspetto invitante.
Noi mangiamo solo quello che ci fa venire l'acquolina in bocca al solo vederlo, no?~
Occasionalmente (leggasi: quando avrò tempo e voglia) vi fornirò anche una mia personale versione di come, secondo me, dovrebbe essere fatta la copertina in questione.
Ovviamente, le critiche e i giudizi sono fatti secondo il mio punto di vista e il mio gusto personale. Inoltre non ho nessuna qualifica per fare questo tipo di lavoro, la mia è solo una condivisione di pensieri dettati da una mia passione. ♡
Detto questo!
• LIBRO: Hunger Games (Hunger Games #1)
• AUTORE: Susanne Collins
• COPERTINA: Prima edizione Italiana - 2009
• IN SOVRACCOPERTA: Illustrazione di Isaiah S.
• ART DIRECTOR: Fernando Ambrosi
• GRAPHIC DESIGNER: Michele Frigo
• PREZZO EDIZIONE: 17,00 €
• ALTRE INFORMAZIONI: Lettering Hunger Games e illustrazione quarta di copertina di Davide Nadalin. Stampato presso Mondadori Printing S.p.A. Per la trama, cliccare qui.
La prima copertina di Hunger Games, devo dire, non è stata la scintilla (per rimanere in tema) che mi ha fatto acquistare il libro. Ero stata catturata dalla fascetta di colore rosso acceso e dal titolo, inoltre era accanto al libro che ero intenzionata ad acquistare in quel lontano 2009. Insomma, questa prima copertina italiana non mi ha entusiasmato, anzi, ho preferito toglierla e tenerla chiusa in un cassetto, lasciando in mostra quella rigida, molto più piacevole. Ma vedremo dopo.
La prima copertina si presenta con una grandezza di circa 15x22 cm. Il colore predominante è il nero, che rende il giallo degli occhi e il bianco/rosso della scritta molto più luminosi di quello che sono realmente. La figura gioca sui contrasti dei colori - scelta molto azzeccata per l'ambientazione del libro e della sua evoluzione. Ma questo non basta.
La ragazza che appare tra le foglie presenta una pelle grigiastra con sopracciglia, ciglia e taglio degli occhi molto particolari. Quello che maggiormente non quadra, però, è appunto questo colore troppo innaturale delle iridi, cangiante, quasi come se si stesse guardando una fiamma. Pupille scomparse.
Ora, d'accordo che il fuoco è un tema "centrale" in Hunger Games, ma la scelta di questi occhi quasi inumani mi ha fatto rabbrividire. Katniss (si suppone sia lei, no?) è una ragazza come tutti, dopotutto, e avrei preferito vedere un volto più simile a quelli di tutti i giorni. Per le ciglia vale lo stesso discorso.
Il colore della pelle, invece, lo trovo molto significativo. Sottolinea la provenienza dai bassifondi di Katniss, lo strato di carbone che copriva i suoi amici e gli altri abitanti del suo Distretto. Infine, ultima caratteristica ma non meno importante, la piccola spilla (simbolo di tutta la saga) da cui gli occhi riprendono il colore, di lato al titolo del libro.
Insomma, la Mondadori non ha fatto un buon lavoro cambiando la copertina al libro (vizio di gran parte delle case editrici, ma l'editoria è un mondo crudele), tuttavia, è stata la copertina rigida a stupirmi - stavolta in positivo.
Come potete vedere, si tratta di una semplice copertina rigira grigio scuro su cui vi è stampata la spilla di cui si parlava sopra - la Ghiandaia. Perché mi piace tanto? Semplice, ne Il canto della Rivolta (o, in inglese, The Mockingjay), alla fine del romanzo, viene menzionato un libro che Katniss e Peeta stanno scrivendo assieme sugli anni trascorsi. E quando ho letto quello spezzone mi sono immaginata esattamente la copertina della prima edizione italiana. Nessun titolo.
Minimale, semplice, triste (la ghiandaia non è bianca, ma di un grigio chiaro) - e credo che sia la scelta giusta per un libro del genere.
La saga di Hunger Games, che possa piacere o meno, tratta di una storia triste prima di essere una love story o un romanzo adolescenziale. E - a mio parere - è anche una storia molto plausibile.
La situazione in cui Katniss e gli altri personaggi si trovano è esattamente come la copertina: grigia, spenta, vuota di un vuoto che lascia quasi disperazione. E guardandola si può capire il contrasto che ha con la sovracoperta: con colori quasi fluorescenti, che sembrano uscire dalla pagina.
Altra cosa interessante da notare sono la terza e la quarta di copertina.
Nella quarta (il retro, per intenderci) troviamo una sorta di descrizione del libro con in aggiunta delle opinioni di S. King e L. Troisi:
- - -
L'impaginazione è semplicemente perfetta, scelta dei caratteri ottimale, molto "cubici", "squadrati", che riprendono l'idea di compostezza e pesantezza del sistema di oppressione di Panem.
In generale la sovracoperta della prima edizione è tra gli ultimi posti della classifica delle copertine di Hunger Games(chissà, magari si potrebbe fare proprio una classifica!), lo stesso discorso però non vale per la copertina rigida e per l'interno del libro.
• VALUTAZIONE: ☆ ☆ [2/5]
La sovracoperta non mi fa impazzire per nulla, ma salva molto il libro la cura che c'è all'interno delle pagine.
Abbiamo finito! E' stata lunga e dura, ma ci sono riuscita ^^" spero di non aver stufato molto e di avervi spiegato più o meno chiaramente ciò che penso io della copertina! Prossimamente, cercherò di seguire le copertine dei libri che vengono recensiti su questo blog, ma non assicuro nulla.
Inoltre, se c'è qualche copertina che volete vedere analizzata, potrei farci un pensiero...
Al prossimo giovedì! ♡
Prima di passare alla nostra copertina #1 - è meglio scrivere due parole su cosa tratterà questa (forse
Beh, il titolo dice tutto, no? Mi occuperò di giudicare le copertine (e, anche se in minor parte, l'impaginazione e altri lati grafici) dei libri (perlopiù letti e nella mia libreria), perché io sono una di quelle lettrici che quando trova un libro che le piace, la prima cosa che va a vedere è la copertina. In libreria, allo stesso modo, mi avvicino soltanto ai libri con un aspetto invitante.
Noi mangiamo solo quello che ci fa venire l'acquolina in bocca al solo vederlo, no?~
Occasionalmente (leggasi: quando avrò tempo e voglia) vi fornirò anche una mia personale versione di come, secondo me, dovrebbe essere fatta la copertina in questione.
Ovviamente, le critiche e i giudizi sono fatti secondo il mio punto di vista e il mio gusto personale. Inoltre non ho nessuna qualifica per fare questo tipo di lavoro, la mia è solo una condivisione di pensieri dettati da una mia passione. ♡
Detto questo!
• LIBRO: Hunger Games (Hunger Games #1)
• AUTORE: Susanne Collins
• COPERTINA: Prima edizione Italiana - 2009
• IN SOVRACCOPERTA: Illustrazione di Isaiah S.
• ART DIRECTOR: Fernando Ambrosi
• GRAPHIC DESIGNER: Michele Frigo
• PREZZO EDIZIONE: 17,00 €
• ALTRE INFORMAZIONI: Lettering Hunger Games e illustrazione quarta di copertina di Davide Nadalin. Stampato presso Mondadori Printing S.p.A. Per la trama, cliccare qui.
La prima copertina di Hunger Games, devo dire, non è stata la scintilla (per rimanere in tema) che mi ha fatto acquistare il libro. Ero stata catturata dalla fascetta di colore rosso acceso e dal titolo, inoltre era accanto al libro che ero intenzionata ad acquistare in quel lontano 2009. Insomma, questa prima copertina italiana non mi ha entusiasmato, anzi, ho preferito toglierla e tenerla chiusa in un cassetto, lasciando in mostra quella rigida, molto più piacevole. Ma vedremo dopo.
La prima copertina si presenta con una grandezza di circa 15x22 cm. Il colore predominante è il nero, che rende il giallo degli occhi e il bianco/rosso della scritta molto più luminosi di quello che sono realmente. La figura gioca sui contrasti dei colori - scelta molto azzeccata per l'ambientazione del libro e della sua evoluzione. Ma questo non basta.
La ragazza che appare tra le foglie presenta una pelle grigiastra con sopracciglia, ciglia e taglio degli occhi molto particolari. Quello che maggiormente non quadra, però, è appunto questo colore troppo innaturale delle iridi, cangiante, quasi come se si stesse guardando una fiamma. Pupille scomparse.
Ora, d'accordo che il fuoco è un tema "centrale" in Hunger Games, ma la scelta di questi occhi quasi inumani mi ha fatto rabbrividire. Katniss (si suppone sia lei, no?) è una ragazza come tutti, dopotutto, e avrei preferito vedere un volto più simile a quelli di tutti i giorni. Per le ciglia vale lo stesso discorso.
Il colore della pelle, invece, lo trovo molto significativo. Sottolinea la provenienza dai bassifondi di Katniss, lo strato di carbone che copriva i suoi amici e gli altri abitanti del suo Distretto. Infine, ultima caratteristica ma non meno importante, la piccola spilla (simbolo di tutta la saga) da cui gli occhi riprendono il colore, di lato al titolo del libro.
Insomma, la Mondadori non ha fatto un buon lavoro cambiando la copertina al libro (vizio di gran parte delle case editrici, ma l'editoria è un mondo crudele), tuttavia, è stata la copertina rigida a stupirmi - stavolta in positivo.
la foto è stata scannerizzata da me, quindi chiedo perdono per la qualità un po' scarsa ^^" |
Minimale, semplice, triste (la ghiandaia non è bianca, ma di un grigio chiaro) - e credo che sia la scelta giusta per un libro del genere.
La saga di Hunger Games, che possa piacere o meno, tratta di una storia triste prima di essere una love story o un romanzo adolescenziale. E - a mio parere - è anche una storia molto plausibile.
La situazione in cui Katniss e gli altri personaggi si trovano è esattamente come la copertina: grigia, spenta, vuota di un vuoto che lascia quasi disperazione. E guardandola si può capire il contrasto che ha con la sovracoperta: con colori quasi fluorescenti, che sembrano uscire dalla pagina.
Altra cosa interessante da notare sono la terza e la quarta di copertina.
Nella quarta (il retro, per intenderci) troviamo una sorta di descrizione del libro con in aggiunta delle opinioni di S. King e L. Troisi:
Vincere significa fama e ricchezza.
Perdere significa morte certa.
Ma per vincere bisogna scegliere.
Tra sopravvivenza e amore.
Egoismo e amicizia.
Quanto sei disposto a perdere?
Che gli Hunger Games abbiano inizio!
- - -
E' un romanzo che dà assuefazione
- Stephen King
Un'ambientazione cruda e terribilmente plausibile,
una protagonista straordinaria per un libro
assolutamente indimenticabile
- Licia Troisi
Di certo belle parole, scritte in bianco su sfondo completamente nero. L'unica cosa che non mi convince è l'occhio della telecamera che regna sopra la pagina, occupandone un buon quarto.
Il problema non è tanto la telecamera in sé (con un significato anche nella storia, per carità) - ma il collegamento che ho subito fatto con il Grande Fratello (non quello di 1984, attenzione! Ma il reality). Non approfondisco oltre, ma ammetto che mi urta ancora un po' rivederla e pensare le stesse cose a distanza di anni.
La terza copertina, invece, l'ho molto apprezzata perché lo spazio dedicato all'autrice è davvero minimale: niente studi, opere di beneficenza, e vita morte e miracoli di Susanne Collins. Mi hanno sempre dato fastidio le biografie prolisse nei libri, e trovare quella della Collins così corta e, per certi versi, interessante, mi ha spronato a leggere Hunger Games.
Non vi è neanche una sua foto.
E' una nota autrice statunitense. La prima ispirazione per questo libro le è venuta dal mito del Labirinto del Minotauro, ma l'idea si è fatta strada nella sua mente mentre faceva zapping tra le immagini dei reality show e quelle della guerra vera. Vive nel Connecticut con la sua famiglia e i suoi due gatti selvaggi.
Nulla da dire riguardo il dorso del libro, tranne per la ripresa della telecamera che c'è in quarta di copertina (avrei preferito la ghiandaia).L'impaginazione è semplicemente perfetta, scelta dei caratteri ottimale, molto "cubici", "squadrati", che riprendono l'idea di compostezza e pesantezza del sistema di oppressione di Panem.
In generale la sovracoperta della prima edizione è tra gli ultimi posti della classifica delle copertine di Hunger Games
• VALUTAZIONE: ☆ ☆ [2/5]
La sovracoperta non mi fa impazzire per nulla, ma salva molto il libro la cura che c'è all'interno delle pagine.
Abbiamo finito! E' stata lunga e dura, ma ci sono riuscita ^^" spero di non aver stufato molto e di avervi spiegato più o meno chiaramente ciò che penso io della copertina! Prossimamente, cercherò di seguire le copertine dei libri che vengono recensiti su questo blog, ma non assicuro nulla.
Inoltre, se c'è qualche copertina che volete vedere analizzata, potrei farci un pensiero...
Al prossimo giovedì! ♡
(La cosa mi fa alquanto incazzare, avevo scritto una risposta lunghissima... articolata e che esprimeva tutto il mio piacere nell'aver letto la tua recensione. Dunque.. con l'amaro in bocca tenterò di riscrivere qualcosa di cedente. Uff.)
RispondiEliminaDevo farti i miei complimenti per come hai esposto le tue opinioni, le quali condivido e ammetto che Hunger Games mi ha attratto fin da subito per le sue tematiche molto moderne (ricorda la situazione che viviamo, l'essere soggetti alla televisione e ai media). Condivido le tue considerazioni verso la copertina della prima edizione, per quanto mi riguarda non l'ho mai avuta... ma devo ammettere che la sottocopertina è molto suggestiva, ed essendo io amante del genere un po' triste e malinconico, penso calzi a pennello con i fini reali della storia di Hunger Games.
Un bacio e scusami se queste poche righe sono così scarne... avevo scritto di meglio, ma aimè il mondo dei blog mi è contro ultimamente :(
Alla prossima settimana <3